Utilizzo clinico della Self Mirroring Therapy
Capire le nostre emozioni è un obiettivo difficile da raggiungere, ad esempio i soggetti ansiosi spesso etichettano come “star male” emozioni quali la paura, la rabbia, l’eccitazione, l’ansia e la vergogna, oppure anziché descrivere le emozioni nominano i loro sintomi somatici: tachicardia, oppressione toracica, eccessiva sudorazione, ecc.
Altri dicono di provare rabbia con un tono di voce e con una mimica facciale che comunica tristezza.
Esiste infine una categoria di pazienti che sa cosa prova, ma non riesce a tradurlo in parole.
Purtroppo se non riusciamo a riconoscere le nostre emozioni è molto difficile che riusciamo a gestire i comportamenti che queste ci inducono a compiere.
Però tanto siamo limitati e imprecisi nella traduzione verbale delle nostre emozioni quanto (anche quando non le riconosciamo) le “trasmettiamo” all'esterno in modo estremamente dettagliato attraverso l'espressione del nostro viso (Argyle 1974) .
Questo perché il viso , a differenza del linguaggio verbale, è direttamente collegato a quelle zone del cervello che intervengono nelle emozioni per cui, indipendentemente dal grado di consapevolezza del soggetto, il suo viso manifesterà comunque lo stato emotivo che prova.
D’altro canto possediamo un'innata capacità di riconoscere le espressioni emotive altrui indipendentemente da età, sesso, razza e cultura. A chi non è capitato di sentirsi dire: “Perché sei arrabbiato?” o “Perché hai quella faccia così triste? Ma ti sei visto?” senza che avessimo la percezione di manifestare o addirittura di provare tali emozioni. E' come se ciascuno di noi portasse scritta sul volto l’emozione che sta provando, in una lingua che tutti sanno leggere.